articolo Tempo libero Passeggiata nel parco
La libertà sulle ali dei … pedali freccelunedì 16 settembre 2013

Viva la bicicletta. Beh, che esagerazione direte voi, perché mai? Perché ... pensateci, è un mezzo che non fa distinzioni, è alla portata di tutti e con tutti dimostra saggezza e generosità. A tutti regala un’impagabile sensazione di libertà: non importa il tipo o il percorso scelto, non importano nemmeno le prestazioni di chi si mette in sella. No, per andare in bicicletta basta volerlo: averne una, vecchia, funzionante certo, cominciare ad usarla per piccoli spostamenti e per fare un po’ di movimento. Nessun pericolo, nessun rischio, non fa male a nessuno.

Se possibile si evitano strade troppo trafficate, ormai tutte le città sono provviste di piste ciclabili; se possibile si scelgano percorsi alternativi, per pedalare in libertà, per godere appieno dell’aria che è come un abbraccio, del vento che sospinge o che si deve inseguire, in una sorta di lotta benefica. Ci sono tanti modi per andare in bicicletta, come per fare qualsiasi tipo di movimento: i più sportivi – ma non solo – si faranno trascinare dai sentieri spericolati da affrontare con la mountain bike (non improvvisatevi eh! Ci si può far male), o dalla velocità, scegliendo la bici da corsa. E in ogni caso, facilmente diventa passione.

Chi scrive ad esempio si è comprata da poco una deliziosa bici da corsa usata, in ottime condizioni e … chilometro dopo chilometro la ruota sottile fa viaggiare, in leggerezza, scorrevole e veloce sulla strada: il respiro segue le gambe sui pedali e una specie di gioia semplice trova spazio come uno spirito nuovo. Comincia un po’ così, o da qualche prima esperienza, la sensazione bella dell’andare sulle due ruote a pedali. Per esempio una vacanza itinerante nella fiabesca zona dei castelli della Loira: affidandosi ad un’organizzazione che provveda al trasporto bagagli e alla prenotazione degli alloggi, nessun altro pensiero se non costruire giornalmente i propri percorsi.

Sorprendente fare di ogni giornata una meta da raggiungere così, immersi nella campagna francese, tra campi di girasoli e paesini che risuonano di campane, come un richiamo, un’accoglienza, una nostalgia inspiegabile. Un giro piacevolissimo si può fare partendo da Amboise, una visita al castello reale per sentire sulla pelle l’atmosfera romantica di un tempo incantato esistito davvero, poi circa sessanta chilometri per raggiungere Tours, lasciare la bici per girare a piedi la città e poi di nuovo in sella per tornare ad Amboise. Prima di ripartire imperdibile il castello di Clos-Lucè, residenza degli ultimi anni di vita del “genie” di Leonardo da Vinci.

Nei giorni successivi altre tappe (con una media di circa quarantacinque chilometri) quali Chenanceaux, Chitney, Cheverny, Blois … una vita dinamica e di grande pace, tra castelli e magia e caratteristici e curati hotel cui far ritorno per poi proseguire la mattina dopo. Si pedala tra viti e nuvole in movimento, costeggiando la placida Loira o sull’interno; si salutano sorridendo i ciclisti spesso carichi di borse o di bambini sui carrellini al seguito … la strada è sempre motivo di incontro!

Nasce allora una consapevolezza, un desiderio di rivivere l’emozione e la libertà, di rendere fluido quanto appare immobile e aspetta solo un gesto, un’onda, una danza, un sogno; dare un senso al fare fatica nelle salite che mettono alla prova, abbandonarsi nelle discese da togliere il fiato, sentire l’energia che carica e solleva e apre ad orizzonti sconosciuti, senza presunzione o pretese, ma con l’umiltà delle piccole conquiste … caschetto e pantaloncini ben imbottiti e la fedele, preziosa compagnia della propria bicicletta, davvero non si è mai soli.
©  RIPRODUZIONE RISERVATA

Valeria  Capuano - vedi tutti gli articoli di Valeria  Capuano



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Helipterum

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Viva la bicicletta. Beh, che esagerazione direte voi, perché mai? Perché ... pensateci, è un mezzo che non fa distinzioni, è alla portata di tutti e con tutti dimostra saggezza e generosità. A tutti regala un’impagabile sensazione di libertà: non importa il tipo o il percorso scelto, non importano nemmeno le prestazioni di chi si mette in sella. No, per andare in bicicletta basta volerlo: averne una, vecchia, funzionante certo, cominciare ad usarla per piccoli spostamenti e per fare un po’ di movimento. Nessun pericolo, nessun rischio, non fa male a nessuno.

Se possibile si evitano strade troppo trafficate, ormai tutte le città sono provviste di piste ciclabili; se possibile si scelgano percorsi alternativi, per pedalare in libertà, per godere appieno dell’aria che è come un abbraccio, del vento che sospinge o che si deve inseguire, in una sorta di lotta benefica. Ci sono tanti modi per andare in bicicletta, come per fare qualsiasi tipo di movimento: i più sportivi – ma non solo – si faranno trascinare dai sentieri spericolati da affrontare con la mountain bike (non improvvisatevi eh! Ci si può far male), o dalla velocità, scegliendo la bici da corsa. E in ogni caso, facilmente diventa passione.

Chi scrive ad esempio si è comprata da poco una deliziosa bici da corsa usata, in ottime condizioni e … chilometro dopo chilometro la ruota sottile fa viaggiare, in leggerezza, scorrevole e veloce sulla strada: il respiro segue le gambe sui pedali e una specie di gioia semplice trova spazio come uno spirito nuovo. Comincia un po’ così, o da qualche prima esperienza, la sensazione bella dell’andare sulle due ruote a pedali. Per esempio una vacanza itinerante nella fiabesca zona dei castelli della Loira: affidandosi ad un’organizzazione che provveda al trasporto bagagli e alla prenotazione degli alloggi, nessun altro pensiero se non costruire giornalmente i propri percorsi.

Sorprendente fare di ogni giornata una meta da raggiungere così, immersi nella campagna francese, tra campi di girasoli e paesini che risuonano di campane, come un richiamo, un’accoglienza, una nostalgia inspiegabile. Un giro piacevolissimo si può fare partendo da Amboise, una visita al castello reale per sentire sulla pelle l’atmosfera romantica di un tempo incantato esistito davvero, poi circa sessanta chilometri per raggiungere Tours, lasciare la bici per girare a piedi la città e poi di nuovo in sella per tornare ad Amboise. Prima di ripartire imperdibile il castello di Clos-Lucè, residenza degli ultimi anni di vita del “genie” di Leonardo da Vinci.

Nei giorni successivi altre tappe (con una media di circa quarantacinque chilometri) quali Chenanceaux, Chitney, Cheverny, Blois … una vita dinamica e di grande pace, tra castelli e magia e caratteristici e curati hotel cui far ritorno per poi proseguire la mattina dopo. Si pedala tra viti e nuvole in movimento, costeggiando la placida Loira o sull’interno; si salutano sorridendo i ciclisti spesso carichi di borse o di bambini sui carrellini al seguito … la strada è sempre motivo di incontro!

Nasce allora una consapevolezza, un desiderio di rivivere l’emozione e la libertà, di rendere fluido quanto appare immobile e aspetta solo un gesto, un’onda, una danza, un sogno; dare un senso al fare fatica nelle salite che mettono alla prova, abbandonarsi nelle discese da togliere il fiato, sentire l’energia che carica e solleva e apre ad orizzonti sconosciuti, senza presunzione o pretese, ma con l’umiltà delle piccole conquiste … caschetto e pantaloncini ben imbottiti e la fedele, preziosa compagnia della propria bicicletta, davvero non si è mai soli.
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